Caro Presidente De Laurentiis,
leggende metropolitane narrano che lei di tanto in tanto legga questo sito che è come una babele di pensieri, teorie, suggerimenti e tifo a profusione nato e alimentato dalla straordinaria passione e professionalità di Antonello Perillo.
Nella mia piccola rubrica si parla di mondi paralleli, di sport sulla carta distanti ma a loro volta animati dagli stessi sanguigni sentimenti. Mi sono accorto seguendo le sue recenti interviste che lei ha un concetto di sport molto più simile a quello americano, che io seguo, che a quello italo – calcistico gestito a volte come l’ufficio sinistri del buon Filini (interpretato dal mai dimenticato Gigi Reder, ma che glielo dico a fare ?).
Vista la tendenza a divagare arrivo ai punti che lei, che è nella posizione per farlo, dovrebbe discutere nelle sedi opportune, lottando con la caparbietà che ho imparato a conoscere ed apprezzare.
Salary Cap: tutte le squadre del campionato dovrebbero avere a disposizione lo stesso budget, con un tetto salariale che non si può superare. Vuol dire che se lei ha a disposizione 200 milioni e ne spende la metà per Messi, il resto della squadra lo deve costruire coi restanti soldi.
Roster: tutte le squadre dovrebbero avere lo stesso numero di giocatori. È importante soprattutto nel caso di acquisti da un anno all’altro o nel famigerato mercato di riparazione. Se la rosa è al completo e si vuole acquistare un giocatore, se ne deve cedere un altro. Questo, tra le altre cose, faciliterebbe la mobilità di giocatori tra club.
Giovani: nella succitata rosa ci dovrebbe essere una percentuale obbligatoria giovani. Leggevo che nell’ultima partita dell’under 20 (mi pare contro la Francia) c’era solo un giocatore che era titolare nel suo club, loro ne avevano 13 !
Debiti: indipendentemente dalla grandezza della “piazza” (mi permetto di dissentire sulla sua dichiarazione nei confronti delle città piccole: in America una città come Green Bay nel Wisconsin – 98.000 abitanti – è una delle grandi dinastie del football mentre L.A. non ha una squadra perché quando i Raiders giocavano lì non riempivano il Coliseum e si sono spostati ad Aukland) la lega dovrebbe accettare solo squadre con bilanci in attivo e gestioni serie. Non si devono consentire debiti spalmati e similari porcherie.
Con queste premesse ecco come dovrebbe essere strutturato il campionato di calcio.
Serie A a 16 squadre divise in 2 gironi da 8, Nord e Sud. Match di andata e ritorno tra le squadre dello stesso girone e partita secca con quelle dell’altro. Le migliori 4 dei 2 gironi accedono ai play off. La vincitrice del proprio girone disputa la finale contro la vincitrice del girone opposto. Le ultime 2 di ogni girone giocano una finale salvezza: chi vince resta, chi perde va in B. totale partite per vincere il campionato: 28 !
Serie B. Sulla falsa riga: 2 gironi da 12 squadre che non si incrociano, ma partite di andata e ritorno nello stesso girone. Le migliori 4 disputano una final four e le 2 vincitrici, una per girone, salgono in serie A. Al massimo 24 partite per vincere!
In questo modo si diminuiscono le partite e gli spostamenti delle squadre, con un notevole risparmio per le casse delle società, soprattutto le “minori”.
Non è sicuramente una scelta popolare, ma in Champions League ci dovrebbe andare solo la squadra che vince il proprio campionato (altrimenti chiamiamola Champions League and friends) e per favore, aboliamo l’Europa League: a che serve un campionato tra quinte e seste? Piuttosto ripristiniamo la Coppa delle Coppe: darebbe lustro anche alla Coppa Italia, da molti considerata un ripiego al campionato ma che invece dà modo anche alle “piccole”, come le chiama lei, di avere una chance di finire sotto i riflettori e di giocarsela con le “grandi”, talvolta sorprendendole.
Non sto nemmeno ad accennare alla tecnologia in campo (sensori, microchip, replay) perché so che con lei sfondo una porta aperta: come ho scritto in precedenza, siamo nel 2012, mandiamo robot su Marte, ma non siamo in grado di stabilire se una palla abbia o meno varcato la linea di porta !
Non ho soluzioni per il “problema” della Nazionale, ma concordo con lei che si gioca troppo e si rischiano infortuni. I collegiali potrebbero essere una buona idea.
Sono certo che il sistema “all’Americana” non sia perfetto, ma è senz’altro migliore di quello ora in auge. Ritengo di aver abusato abbastanza del sua pazienza e nello stesso tempo spero di aver dato a tutti i lettori spunti di riflessione e discussione.
Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano.