Sono passati anni da quando studiavo geografia a scuola, il mondo nel frattempo ha modificato i suoi confini e cambiato la sua morfologia, per cui ho ripreso l’atlante in mano e ho letto: Galles – superficie 20.779 Km2 ovvero più piccolo della Lombardia; però hanno una delle nazionali di rugby più forti del pianeta. La sconfitta coi Dragoni non sorprende, ne hanno vinte 4 su 4 (e noi perse altrettante). Quello che sconcerta è la formazione degli Azzurri. Su 15 giocatori schieriamo 7 Italiani, 3 Sudafricani, 2 Argentini, 2 Australiani e un Canadese… Viva gli Oriundi! Certo, Parisse ha i genitori Italiani, perfetto, altri la mamma, va bene, uno ha la madre che rinunciò alla cittadinanza per possedere dei terreni in Australia (per poi far giocare il figlio per la nazionale “ripudiata”), dentro anche lui. Poi mi sono detto: “ci sarà un regolamento”. L’ho letto e mi si è accapponata la pelle. Per giocare nella nazionale Italiana di rugby basta giocare per tre anni nel campionato Italiano. Fosse valido nel calcio sarebbe possibile schierare Ibrahimovic, Lavezzi e Milito (tre a caso). È normale? Il colmo lo raggiungiamo con tale Cornelius Van Zyn che, avvalendosi di tale regolamento gioca in nazionale ma nel suo club, Treviso, è schierato come straniero! Parliamo d’altro.
L’argomento del giorno dall’altra parte dell’oceano è lo scandalo che sta travolgendo l’allenatore della difesa dei New Orleans Saints, nel campionato di football.
È saltato fuori che aveva istituito delle vere e proprie “taglie” sui giocatori avversari; ovvero se uno dei suoi giocatori dava un colpo tale da provocare l’uscita dal campo di un avversario riceveva un premio in denaro ! nel calcio non sarebbe possibile perché falli di una certa entità prevedono l’espulsione del colpevole ma nel football, dove i contatti sono permessi, il limite tra un colpo corretto e uno “sporco” è molto labile, e in ogni caso l’espulsione è cosa rara (i falli vengono puniti con perdite di terreno).
Dato che stiamo parlando dell’Nfl, volevo fare un paragone tra la gestione economica di questa lega, una tra le aziende più fiorenti al mondo, contando su diritti televisivi, sponsorizzazioni (tanti stadi sono sponsorizzati da aziende che finanziano costruzione e rinnovamenti), merchandising e la vendita dei biglietti, con guadagni in crescita costante (ad esempio i Dallas Cowboys nel 2008 erano valutati 851 milioni di dollari ora superano il miliardo), e la nostra lega calcio, passata da un deficit di 193 milioni a 285. L’85 % di questi costi sono gli stipendi dei giocatori (in America il 46 %). Come scrivevo nello scorso articolo, riducendo il numero delle partite, incrementandone nel contempo l’interesse (e l’audience = play off) diminuirebbero proporzionalmente anche i costi.
Per la serie “playing for pizza”, L’altra sera facendo zapping mi sono imbattuto su Rai Sport mentre trasmetteva gli highlights del campionato Italiano di football. Che nostalgia ! complimenti alla federazione che ha finalmente trovato uno spazio in Tv.
Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano.