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Domenica scorsa, oltre al campionato di calcio, è andato in scena il più grande evento singolo dello sport: il Superbowl. L’America si ferma e si mette davanti alla Tv, con birra e hot dog al posto della frittata di cipolle di Fantozzi, ma il rutto libero è valido anche oltre oceano ! 111 milioni di spettatori da loro, oltre 2 miliardi world wide ad ammirare le gesta dei New York Giants contro i New England Patriots.

Come 4 anni fa New England era favorita, come 4 anni fa la vittoria invece è andata alla squadra della grande mela allenata da Tom Coughlin, coach granitico e dal pugno di ferro che ha disegnato un team solido, senza fronzoli e orpelli, che si poggia sulle larghe spalle di Eli Manning, (1.93 per 102 Kg) il più giovane della dinastia di quarterback della Luisiana, che si è tolto dall’ombra del fratello Payton, una leggenda vivente, per splendere di luce propria.

Come 4 anni fa, la partita si è risolta nel finale. 4 anni or sono l’eroe della domenica era stato Plaxico Burress, che aveva ricevuto un passaggio da Manning Jr in meta a 35” dalla fine. Quest’anno è stato il turno di Amahd Bradshaw, che a 57” dalla sirena si è fatto largo tra i difensori Bostoniani ed ha siglato la meta del definitivo 21 a 17.

Se qualcuno tiene alla mia opinione il vero vincitore di questa finale è Mark Herzlich. Chi è costui, che non compare nemmeno nel novero dei titolari dei “Big Blue” ? (nomignolo dato dal sindaco di New York Bloomberg, il quale attende la squadra per i festeggiamenti insieme a un milione di persone per le strade della grande mela. Credo che una folla così non si vedesse dai tempi di Maradona al San Paolo !)

Mark Herzlich è un ragazzone del Missouri a cui 2 anni fa è stato diagnosticato un tumore alle ossa. Addio sogni di gloria, addio football, addio tutto… manco per niente!

“Due anni fa avevano detto che non avrei più potuto camminare, ora sto percorrendo la strada che mi porta allo stadio per la finale” ha detto ai media prima della partita.

Ultima considerazione prima di cambiare argomento. Tom Brady, il grande sconfitto di questo Superbowl a fine partita ha fatto i complimenti al suo avversario dicendo che ha giocato una grande stagione e meritava di vincere. Ai vari mister e presidenti e giocatori che a fine partita se la prendono con l’arbitro, col campo, col pubblico con la stampa con Qui Quo Qua ecc, prendete nota: così si affronta una sconfitta.

Così no: “bella Italia, ma sconfitta”, “abbiamo giocato un tempo alla pari”, “buon esordio al 6 Nazioni: 12 a 30 con la Francia” così non andremo mai da nessuna parte e prenotiamo un altro cucchiaio di legno. La federazione rugby sta facendo un gran lavoro sui giovani e sulla immagine, ma siamo ancora acerbi per giocare coi grandi.

Chiudo rispondendo sinteticamente. Per Nunzioazzurro: si chiama Hall of Fame e ce ne è una per ogni disciplina sportiva Americana. Per CDP: no, non c’è tetto per gli ingaggi, ma il salary cap della squadra di per sé frena gli acquisti sconsiderati.

Giuseppe Full Fiorito 

Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano