Inutile ogni confronto e stucchevoli i confronti tra epoche, discipline, varie ed eventuali. Per il popolo è Diego Armando Maradona lo sportivo più amato, ha vinto anche il concorso lanciato dal Corriere dello Sport messo a confronto con tutti i mostri sacri dello sport, ultimo a contendergli la leadership Valentino Rossi.
Il supercampione è Diego. Trionfo, l’ennesimo, meritato. Un asso capace di esaltare la squadra. Dei grandissimi del calcio, non sempre si sente parlare bene. Pelè, che ha giocato e vinto solo in Brasile ma sarebbe stato un immenso/bis ma un gradino sotto…Diego ovunque, non ha goduto dell’unanime consenso. Di Maradona tutti parlano bene. Qualsiasi compagno di squadra ne apprezza a distanza di anni l’attaccamento al gruppo, la condivisione dei privilegi.
Sapevano che alcune strambèrie, tipo quando non era in condizione di partire per Mosca con la squadra, Coppa dei Campioni del ’91, non erano dovute alla sua volontà ma alla sua debolezza. In campo, si ricordano rarissime reazioni dopo aver subito colpi anche al collo, oltre che a gambe, cosce, glutei. La Fifa anni fa provò a rendere più felice nonno Havelange e la potentissima CBF, la Federcalcio brasiliana, ma il concorso popolare sancì la travolgente vittoria di Diego Maradona su Pelè. A lui la corona del più grande, dall’Australia al Congo voto unanime. Ma fu poi la Giuria Tecnica ad assegnare la vittoria a Pelè. Ovunque vada, Maradona è personaggio ancora oggi. Ci mette il cuore, anche le lacrime. Sempre. In fondo, a 50 anni è rimasto il bambino di Vila Fiorito che rincorre palloni come aquiloni, rapito dalla fantasia e dalla magìa del calcio.
Gianfranco Coppola