Le storie che sto per raccontare iniziano insieme 14 anni fa e finiscono, con epiloghi diversi, quest’anno. I protagonisti sono due: una promessa universitaria proveniente dal Tennessee nel ruolo di quarterback ed un giovane ricevitore di origine Coreana uscito dall’università della Georgia.
Payton Manning è il primo giocatore del Draft del 1998. Viene scelto da Indianapolis e ne cambia il destino per più di un decennio: vince un superbowl, va alla partita delle stelle 11 volte e viene eletto miglior giocatore della lega per 4 anni, un record!
Hines Ward viene scelto per 93° da Pittsburgh e con gli Steelers vince 2 campionati, riceve 1000 palloni (8° nella storia) e guadagna 4 viaggi per la partita delle stelle.
Payton Manninag, dopo aver giocato ininterrottamente dal suo primo giorno da pro al campionato 2011, riscrivendo il libro dei record della franchigia dell’Indiana, subisce un grave infortunio al collo che lo tiene lontano dai campi un anno intero. I Colts non vincono che due partite, sono ultimi ed hanno perciò diritto di scegliere per primi il miglior giocatore universitario, come non gli accadeva dal lontano ’98. Ora la miglior scelta è il regista di Stanford Andrew Luck, definito il miglior prospetto universitario di sempre. La scelta appare chiara a tutti. Il veterano viene tagliato per aprire un ciclo nuovo con l’astro nascente. Businnes is businnes.
Nel frattempo gli anni di gloria di Hines Ward a Pittsburgh tramontano: perde il posto da titolare, sostituito da ragazzi più giovani e veloci, a cui fa da maestro e mentore. Gli Steelers hanno seri problemi di salary cap e non possono più permettersi i servigi di un ricevitore di 36 anni. Hines ward viene tagliato alla fine di questa stagione.
Epilogo n° 1: Payton Manning, ieri ha firmato un contratto da 96 milioni di dollari per 5 anni con Denver, spedendo in orbita le quotazioni della squadra del Colorado che diventa in un botto una delle pretendenti al titolo. Per inquadrare il personaggio, ha chiesto al vecchio quarterback dei Broncos, l’ultraottantenne Frank Tripucka, se poteva utilizzare il suo numero di maglia, il 18, e alla domanda “quando pensi sarai in grado di guidare Denver al superbowl ?” ha risposto sinteticamente: “Now !”
Epilogo n° 2: durante una toccante conferenza stampa, Hines Ward ha annunciato il suo ritiro dopo 14 anni di football professionistico spiegando che, nonostante avesse ricevuto delle offerte da altre squadre, non se la sentiva di indossare altri colori che non fossero quelli di Pittsburgh. Definizione di attaccamento alla maglia !
Non so quale delle due storie mi piaccia di più, ma credo valesse la pena raccontarle entrambe. Danno un fulgido esempio del businnes negli sport professionistici e nel contempo del valore di giocatori – bandiera come forse non ne esistono più.
P.S complimenti agli azzurri del rugby: quinti è meglio del cucchiaio ! dopotutto la Francia ci ha messo 49 anni a vincere il torneo e 73 mila allo stadio sono una vittoria.
Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano.