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A Napoli ti fai male due volte. Quando arrivi e ti tuffi su uno scoglio, quando te ne vai e perdi la tua libertà. Caro Gonzalo Higuain, è giunto il momento di farti i miei in bocca al lupo. E’ l’una del mattino. Stanotte non ho sonno. Passeggio sul lungomare di Pozzuoli. Qui la mia amica Emy ha deciso di imparare a volare. E’ una donna libera. E io spesso mi ci rifugio. Sono un uomo libero. Le stelle graffiano un mare bollente, brillano di luce riflessa; l’Orsa sembra generarne un numero. Un nove. Quello dei grandi attaccanti partenopei. Ci penso da un po’. Volevo dirtelo. Ho deciso di lasciare Napoli. Non è una città vivibile. Sono ancora indeciso tra Bacoli e Pozzuoli. Ti farò sapere. E’ facile lasciare Napoli. Mio fratello si è fatto “comprare” dalla città di Bologna dove fa l’O.S.S.. Mio fratello è un uomo libero. Ho due monete incastrate nel mio jeans da tre anni. Piccole. Rameiche. Scolorite. Una ha il disegno di una maschera, l’altra una specie di cono con un punteruolo. E’ una serata calda. E’ nata Roberta. La figlia di mio cugino Diego. Non fare quella faccia ogni volta che qualcuno nomina Diego. Mio cugino è un uomo libero. Diego è un uomo libero. La nascita è una cosa importante, lo sai? Un miracolo. Tu sei nato a Brest. Splendido porticciolo francese. Perché El Pipa, tuo padre, difensore eterna promessa, ci trascorse un anno. Un bel sagittario del 10 dicembre 1987. Come mio fratello Paolo. Cosa vuoi che sia. Ti concepì nove mesi prima. Mentre giocava nel Boca Juniors. Forse il 29 marzo 1986, mentre Diego, non mio cugino, giocava contro il Napoli, a Napoli, con la nazionale argentina. Evento unico. E io mi innamorai. Argentina – Napoli. Sfida surreale. Mi sono innamorato tre volte nella mia vita. Di Diego, di te e di una donna innominabile. Con nessuno dei tre credo abbia funzionato. Tu hai troppi punti che non hai chiarito: “sei scarso a tirare i rigori, appena metti un chilo e mezzo diventi poco reattivo, hai una media rete paragonata ai tiri verso lo specchio da giocatore medio, non sai tuffarti, nelle occasioni importanti ti fai espellere annullando le speranze scudetto, hai un fratello che cambia idea troppo velocemente. Sono le tre del mattino. Sono felice che tu vada a Torino. Ci ho riflettuto osservando le due monete. La “Marianna” francese descrive la Rivoluzione; quella del cono è in realtà la Mole Antonelliana. Simbolo dei Savoia e della distruzione del Regno di Napoli. Ma a te cosa diamine interessa. Mica sei un traditore. Tuo padre ti ha insegnato valori veri. Attaccamento alla maglia, passando dal Boca al River. Diego l’avrebbe fatto? Tuo padre è un uomo libero? E’ un po’ come se tu avessi lasciato Napoli di notte per passare alla Juventus. Sono le nove del mattino Mi sono addormentato su un muretto. Mi ha svegliato un sole incredibile. Lungo via Napoli mi gusto un caffè. Scordatelo il sapore del caffè per come l’hai concepito. Qui la gente è al mare. Scordatelo. Qui il mio campo visivo intravede Nisida. Scordatelo. A Torino non vedrai oltre qualche metro. Ma tu, tuo padre, tuo fratello, avete mai visto al di là del vostro naso? O la curva b era troppo distante? Sono le dieci del mattino E’ pieno di gente che fa jogging. La mia attenzione viene colta da un uomo vero. Più alto di te. La gente lo fotografa mentre corre. Sorride. Ringrazia. Ha un accento familiare. Argentino. Si. Lui è argentino. Mi affianco. Con le scarpe Puma, la maglia gialla vecchia Macron senza nome (perché tanto non ci ho fatto scrivere Pocho, figuriamoci…) e la scazzetta negli occhi; mi affianco. E’ Roberto Carlos Sosa. El Pampa si allena qui. E’ un uomo libero. Tu sei un uomo libero? Vincerai. Sono felice per te e spero tu vinca. Ma la libertà? Che peso ha la libertà? Potrai rivedere questa terra? Potrai tornare a giocarci? Mio fratello quando torna a Napoli è accolto da tutti. Da Gigi il mio ex salumiere, dai miei amici, dal mio mondo. Fotografa talmente bene che ferma il tempo. Tu sei capace di fermare il tempo e renderti conto che hai fatto la figura di merda più grande della tua vita? Potrai mettere piede al San Paolo? Sarri ti ha reso campione. Non lo sei. Gonzalo, ma le visite mediche nella Madrid che ti ha scartato, sono uno scherzo? Tu non sei libero nemmeno lì… Ma tu che ne sai. Sei un francese che non parla francese. Nato in una città portuale dove fa un caspita di freddo. Sei un grande giocatore che ha fatto un contratto da campione. Ora vallo a spiegare a Torino, che non sei più libero. Spiegalo al mondo intero che non sarai mai un campione, ma un eterno strapagato grande giocatore. Che ha venduto la sua libertà.

Domenico Serra