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La stagione di football è iniziata ma l’attenzione della stampa di tutto il mondo è catalizzata, invece che dai risultati delle partite, dagli avvenimenti allucinanti che stanno coinvolgendo parecchi giocatori della lega. La bomba l’ha fatta esplodere un video diventato virale in cui si assiste impotenti  al pugno sferrato da Ray Rice, running back dei Ravens di Baltimora, alla allora fidanzata (ora moglie !). All’indigno della stampa la presidenza della lega ha risposto con titubanza, sospendendo il giocatore per due giornate, come se fosse reo di un falletto di gioco.

A rimediare in maniera esemplare e drastica ci ha pensato proprio la dirigenza dei Ravens, licenziando in tronco il giocatore (ricordo per i non addetti che Rice era il runner titolare; per fare un paragone calcistico, sarebbe come se la Juve licenziasse Tevez !) e offrendo ai tutti i tifosi di Baltimora di la possibilità di cambiare gratuitamente la maglietta dell’atleta macchiatosi dell’infame gesto. In ottomila hanno risposto alla chiamata, dando forte prova di solidarietà e senso civico. Un gesto che alla dirigenza della squadra del Marynland è costato 250.000 $ e che cerca in qualche modo di mettere un freno e una pezza ad una situazione che sta degenerando.

La violenza sulle donne è di per se una cosa orribile, ma lo è ancora di più se commessa da atleti con fisici da combattenti che si credono intoccabili grazie al loro status di eroi del football.

Il quadro è raccapricciante: omicidi, suicidi, tentate violenze su donne e minori (l’ultima in ordine di tempo riguarda Adrian Peterson accusato di aver picchiato il figlio di quattro anni col ramo di un albero !!). porti d’armi abusivi, guida in stato di ebbrezza. Più che una lista di crimini sembra un bollettino di guerra.

Ed è una guerra che la lega deve combattere senza indugi né sconti in quanto questi signori, gli atleti, e non parlo solo dei giocatori di football ma degli atleti in generale, hanno soppiantato genitori ed insegnanti nell’immaginario collettivo dei ragazzi. Sono loro che si cerca di imitare; le loro gesta sul campo, ma anche le loro pettinature, il loro modo di fare. Mi vengono i brividi a pensare a dei ragazzini che prendono Mario Balotelli (uno a caso) come esempio da seguire.

Si inserisce perfettamente in questo articolo, che con lo sport ha poco da spartire, la notizia di qualche giorno fa sull’esito incredibile del caso Oscar Pistorius. La corte lo ha giudicato colpevole di omicidio colposo, e non volontario, e lo ha lasciato libero sotto cauzione. Indigno ed incredulità da parte dei  familiari ma anche di gran parte della stampa che non crede alla versione del campione paraolimpico. In ogni caso il verdetto definitivo farà calare il sipario su un atleta che è passato in una notte da essere esempio vivente di volontà e carità (ricordo con commozione quando lessi che si era recato in Mozambico con un camper pieno di protesi da regalare ai bimbi mutilati dalle mine anti uomo) a spietato macho femminicida.

Non sono nessuno per giudicare né l’avvenimento né l’uomo, ma una riflessione va sicuramente fatta su questi atleti dai fisici indistruttibili, dalle menti fragili e dai valori distorti, in modo che si ritorni a parlare di sport giocato e non di violenza.

 

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Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby,

ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano