Torna il nostro spazio dedicato agli sport americani. Un simpatico omaggio ai tanti amici azzurrissimi che ci seguono da Oltre Oceano.
Immaginate la scena. Il Napoli è in semifinale di Champions, sotto di un gol (ogni riferimento è puramente casuale). Mancano una manciata di secondi alla fine della partita quando il Pocho pennella un cross perfetto per un suo compagno smarcato. Tutto lo stadio si alza in piedi come per spingere la palla verso la porta vuota. Il pallone sembra viaggiare al rallentatore, è in tutti i televisori della città; l’attaccante (mi rifiuto di dare, anche per finta, la colpa a qualcuno) si coordina…calcia al volo… e cicca il pallone ! Inspiegabilmente l’arbitro fischia un rigore. Le bestemmie per l’azione sbagliata si trasformano nelle bocche di tutti in gridi di esultanza. 11 secondi alla fine. Il pallone viene piazzato accuratamente sul dischetto, come si fa per gli oggetti preziosi quando si spostano per togliere la polvere dal mobile buono. La rincorsa viene immortalata da 100.000 flash. Tiro…fuori !!! Fatte le dovute proporzioni tra calcio e football, questo è quello che è successo nel concitato finale tra New England Patriots e Baltimora Ravens. Inutile dire che il ricevitore che ha mancato la presa e il kicker che ha sbagliato il calcio del possibile pareggio sono stati crocifissi negli spogliatoi, mentre la squadra di Boston festeggia la sua quinta finale in undici anni. Nel football, come negli altri sport professionistici Americani è molto più difficile rimanere ai vertici (pensate che nella storia della NFL solo una manciata di volte è successo che una squadra vincesse il campionato due anni di fila e nessuna è mai riuscita a fare il “triplete”). Il motivo ? semplice e a mio modo di vedere geniale. Per farla breve, le squadre professioniste non hanno retrocessione, né settore giovanile. Il 95 % dei giocatori si “pescano” dalle università. Lo sport universitario in America è preso sul serio, tanto che ogni College ha il proprio stadio (in alcuni casi da 50 – 60 mila posti) che viene gremito ogni maledetta domenica (scusate la citazione). Molte università guadagnano migliaia di dollari coi diritti televisivi e il merchandising. (come se la Federico II avesse uno stadio di calcio proprio dove sfidare la Sapienza di Roma davanti a 50.000 spettatori, molti dei quali ex alunni, che tifano per la “loro” università. Il tutto in diretta TV). Tornando ai professionisti, la genialata è che il diritto a scegliere il miglior giocatore proveniente dai campionati universitari spetta alla squadra che è arrivata per ultima l’anno prima ! sarebbe a dire che il Novara (ops !) il prossimo anno ha il diritto di scegliere per primo il miglior giocatore disponibile sul mercato. In questo modo si livellano le squadre, dando una chance a tutti di poter vincere, nel tempo, un campionato, invece di vedere sempre le solite 3 – 4 coi soldoni. (vedi Barça – Real). Fatemi sapere cosa ne pensate e ritorneremo su questo, spero interessante, argomento.
Giuseppe Full Fiorito
Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano.