0 Condivisioni

So che non è di mia competenza, ma eccezionalmente parlerò di calcio, sperando di dare un contributo “dall’esterno” senza buttare benzina sull’incendio mediatico che la bagarre Milan – Juventus ha generato. Non starò lì a pontificare se fosse giusto o meno da parte di Buffon “confessare” il maltolto, ci sono firme ben più prestigiose della mia che disquisiscono a riguardo; mi attengo al diplomatico “chi non ha peccato scagli la prima pietra”…e non era scritto sulla Gazzetta dello Sport!

Farò invece un parallelo con altre discipline dove le linee sono importanti: nel Volley ci sono 2 arbitri per un campo di 18 metri per 9, nel tennis c’è un giudice di linea e un computer evidenzia se la palla è dentro o fuori (con bolidi sparati a 180 Km/h è arduo per il giudice di sedia vedere il punto), nel football gli arbitri sono 7 e da anni è in vigore “l’istant replay”: una squadra può chiedere ad un arbitro preposto di rivedere l’azione in un monitor da diverse angolazioni e nel caso ritornare sui suoi passi. Siamo nel 2012, mandiamo robot su Marte e non riusciamo a creare un congegno che indichi se un pallone ha varcato o meno la linea di porta? Tutto ciò è più ridicolo della figura da cioccolataio di Pellegatti nel dopopartita: un conto è il sarcasmo e l’ironia di certi cronisti (il mio amico Libertino è maestro a riguardo) ma il microfono è un’arma, e un professionista non può permettersi di “sparare” ad altezza d’uomo.

Parliamo d’altro: a Orlando si è tenuto l’All Star Game di basket, la partita tra i migliori giocatori della stagione. Mi chiedo come mai nel calcio non si sia pensato di organizzare una partita del genere, magari tra Italiani e stranieri (negli USA è Ovest contro Est, ma mi vengono i brividi dietro ai polpacci a pensare ad una partita Nord contro Sud da noi): sarebbe un tributo a chi ha disputato una bel campionato e anche un modo di sdrammatizzare un ambiente quanto mai teso.

Per la cronaca ha vinto la compagine dell’Est per 152 a 149, a dimostrazione che lo spettacolo ha la meglio sull’agonismo. La partita è stata preceduta dalle consuete gare di tiro da 3 punti e dalla spettacolare gara di schiacciate, in cui si vedono giocatori volare letteralmente sopra uomini, moto, sedie e suppellettili vari e inchiodare uno o più palloni in un canestro posto a 3,05 metri d’altezza: roba da marziani!

Marziani sono sembrati anche i giocatori della nazionale di Rugby Irlandese che hanno umiliato i nostri 42 a 10. Non starò a sparare sulla croce rossa (lo faccio fare a Pellegatti) ma sono lieto di notare che questa volta la stampa è stata più obbiettiva del solito. Se stavolta avessero scritto “però nel primo tempo non era male” sarebbe stato come dire che lo strangolatore di Boston era un ragazzo vivace.

Rimango dell’opinione che un movimento giovane e in crescita come il rugby invece di puntare su oriundi di dubbia qualità dovrebbe credere più sui vivai di giovani. È vero anche che le nuove generazioni crescono con la play station in mano e un campo da gioco non sanno nemmeno dove sia, come purtroppo recenti studi hanno rilevato. Non mi voglio calare nella parte del predicatore, almeno non prima di andare a San Remo, ma se i ragazzi uscissero di casa e praticassero più sport, qualsiasi sport, sarebbero meno soli, avrebbero una migliore condizione fisica e una diversa visione della vita, come solo lo sport, specie quello di squadra, insegna.

Giuseppe Full Fiorito 

Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano