Mentre dalle nostre parti il basket ci ri – propone la finale di coppa Italia tra Siena e Cantù, con la squadra Toscana che è un raro esempio di come una oculata gestione, unita al calore di un paese intero, possano creare delle meravigliose oasi sportive extra calcistiche (un altro esempio che mi balza in mente è Trento nel volley), dall’altra parte dell’oceano il personaggio del momento è tale Jeremy Lin, play di origini Cinesi che ha infiammato la platea del Madison Square Garden, portando i Knicks a sette vittorie consecutive.
Ad interrompere la striscia vincente di New York ci ha pensato Marco Belinelli, che ha raccolto il testimone da Bargnani, ancora infortunato, e si è eretto a portabandiera del tricolore sui parquet a stelle e strisce, con due prestazioni di tutto rispetto: 17 i punti dell’azzurro contro New York, seguiti da 22 contro Milwakee. Bravo Marco !
Gli appassionati di basket qui da noi avranno l’occasione di ammirare in tutto il loro splendore gli Harlem Globetrotters che nel loro tour mondiale toccano pure lo stivale.
Chi non ha mai sentito parlare di questa storica squadra, fondata nel lontano 1927 in una lega minore dove, per ragioni di razzismo, potevano giocare solo atleti di colore, sappia che è un autentico show in cui sport e comicità si fondono magistralmente.
20.000 partite in oltre 100 stati del mondo, esibendosi davanti a capi di stato, papi e teste coronate, è il palmares di questa bizzarra compagine che fonde sport e lotta per i diritti civili, ragione di più per andare a gustarsi lo show. Credetemi, ne vale la pena.
E ora l’angolo della polemica: “Italia bella ma non basta”. Questo è l’ennesimo titolo che leggo dopo la sconfitta della nazionale di rugby contro l’Inghilterra al 6 Nazioni.
Non pensiate che io ce l’abbia con i rugbisti, sarei un pazzo (se proprio me la devo prendere con qualcuno, sceglierei i fantini !) ma alcune cose non mi garbano.
Se la Nazionale di calcio gioca male ma vince i giornali escono con titoli a 4 colonne su quanto siamo forti, su come siamo bravi e via discorrendo. Se l’Italia del calcio gioca male e perde le colonne diventano 6 nelle quali si chiede a gran voce la testa dell’allenatore su un piatto d’argento. Nei rari casi in cui la nazionale gioca bene e vince solitamente ci si aggiudica la coppa del mondo e il quotidiano sportivo lo si conserva in una teca di cristallo come un dipinto pregiato.
Quello che non condivido è questo cieco buonismo nei confronti del rugby: in 9 delle 12 edizioni disputate il team azzurro è arrivato ultimo, vincendo il cucchiaio di legno, in 4 ha perso tutte le partite. Il tutto tra girandole di allenatori, proclami trionfalistici e squilli di tromba mediatici nelle rare vittorie, su tutte quella splendida con la Francia. Altro tasto dolente è l’eccessivo utilizzo degli oriundi. Giocatori che non trovando spazio nelle proprie nazionali si inventano nonni e zii Italiani, il tutto a discapito dei “nostri” giovani che meriterebbero più fiducia. Speriamo vada meglio con l’Irlanda.
Giuseppe“Full” Fiorito, grande appassionato di sport a stelle e strisce e telecronista per hobby, ha frequentato l’Isef della Lombardia e giocato a Football Americano.