Massive Attack e Raiz Arena Flegra Napoli 2016
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Tra i 6 milioni di tifosi azzurri sparsi per il mondo c’è anche Robert Del Naja, il leader e la mente dei Massive Attack. L’artista di Bristol, è cosa risaputa, è un grande supporter del Napoli: figlio di campani emigrati in Inghilterra (negli anni’60 suo padre si imbarcò su una nave diretta a Brighton in cerca di lavoro), appena può corre a sostenere la sua squadra al San Paolo, definito «the heartbit of the city», il battito del cuore della città.
È accaduto spesso e non solo per le gare di cartello. Era sugli spalti di Fuorigrotta per la partita di Champions contro il Chelsea, ma anche per il debutto del nuovo Napoli, rinato dalle ceneri del fallimento contro il Cittadella in serie C. Ha esultato per i goal di Lavezzi e Cavani, ma anche per l’improbabile Robson Toledo. Ha gioito per le prodezze di Careca («ricordo ancora il coro Carè, Carè, Carè tira la bomba, tira la bomba») e del piccolo, magico Zola. E ovviamente ha amato il mito Maradona: « quando giocavo al subbuteo prendevo sempre il Napoli e facevo assomigliare un giocatore a Diego».
Una passione che viene da lontano, tramandata da padre in figlio, da quella prima volta, da bambino, allo stadio Pinto contro la Casertana, fino ai big match nella bolgia del San Paolo.
«La prima volta che sono venuto a trovare i miei parenti, sono andato direttamente al San Paolo perché è il modo migliore per conoscere la città. Il calcio ha la caratteristica di lasciar trasparire in maniera immediata l’anima di una popolazione. Sono rimasto impressionato dai colori e dalla passione che hanno conquistato il mio cuore », aveva dichiarato qualche anno fa.

Lo scorso 27 luglio Robert Del Naja, conosciuto anche con lo pseudonimo 3D, è tornato a esibirsi con i Massive Attack a Napoli, all’Arena Flegrea, dopo un’assenza di 8 anni. Dal vivo la band britannica ha proposto, secondo il proprio stile, l’efficace miscela di musica elettronica e immagini ipnotiche, che per 90 minuti – il tempo di una partita di calcio – ha letteralmente stregato gli oltre 5.000 spettatori presenti. 14 pezzi in scaletta accompagnati da un condensato di linguaggi multimediali: effetti visivi, luci e immagini suggestive, alternati da luminosi messaggi sull’esistenza.
Sulla scena musicale dal 1987, il gruppo inglese è da sempre caratterizzato da un sound inconfondibile che riesce a fondere electro, atmosfere soul, pop/rock, echi jazz, hip hop e dub. Un suono corposo e ben decifrabile che ha portato alla nascita di un nuovo genere, il trip pop, di cui i Massive Attack sono considerati i veri pionieri. Il collettivo britannico, guidato da Del Naja e Daddy G (al secolo Grant Marshall), si è affermato nel 1991 con la pubblicazione di “Blue Lines”, primo di una serie di capolavori discografici: “Protection” (1994), “Mezzanine” (1998), “100th Window” (2003), “Heligoland” (2010). Tra le numerose collaborazioni, nel loro percorso creativo, spiccano i nomi di Madonna e Sinéad O’Connor, del fido Horace Andy, di Tricky, Martina Topley-Bird, Elizabeth Fraser e Tracey Thorn. Un collettivo aperto che ha accolto al suo interno input disparati, provenienti da ogni latitudine.
«Stasera meglio non parlare di calcio!» ha esclamato con un pizzico di amarezza dal palco dell’Arena Flegrea il Del Naja tifoso-deluso per il “tradimento” del Pipita. «Gonzalo, Gonzalo perché?» Per poi aggiungere subito dopo: «c’è sempre Marekiaro».
Si vede che è napoletano nell’indole. Dopo l’amarezza, la delusione, il dispiacere trova subito un motivo per essere fiducioso e andare avanti. Scurdàmmoce ‘o ppassato, insomma. Ma non si è scordato della città e delle sue origini quando, al momento dei bis, ha accolto, on stage, l’amico Raiz – che con i suoi Almamegretta ha fatto da opening act al live partenopeo – per l’atteso duetto di “Karmacoma” con tanto di bandiera del Napoli, poi regalata al pubblico. Prima di congedarsi eseguendo la magnifica “Unfinished Sympathy”, con la splendida voce di Shara Nelson.

Classe 1965, oltre ad essere un musicista innovativo (tra i suoi fan anche il famoso street artist inglese Banksy), Robert Del Naja è anche un artista e writer molto quotato. “Volume” è una delle sue opere più importanti, una installazione luminosa creata in collaborazione con la United Visual Artists e Neil Davidge, esposta tra il 2006 e il 2007 al Victoria and Albert Museum di Londra e successivamente ad Hong Kong. Appassionato di cinema, si è dedicato anche alle musiche per il grande schermo: nel 2008 ha composto il brano “Hercolaneum”, colonna sonora del film “Gomorra” di Matteo Garrone. Con Thom Yorke dei Radiohead, invece, ha realizzato la soundtrack per il documentario “The UK Gold”.
Un creativo dal cuore azzurro, insomma, che per settimane ha tenuto sul desktop del suo computer il testo di “ ‘O surdato ‘nnammurato” per imparare le parole e tra i vari cimeli del Napoli, possiede anche una maglia rossa risalente ai tempi di Maradona, con lo sponsor Mars. Regalo ricevuto dall’amico Noel Gallagher (chitarrista degli Oasis, tifosissimo del Manchester City) al ritorno da una vacanza a Capri e indossata quando il Napoli ha eliminato dalla Champions proprio il City di Mancini. E fu grazie all’arrivo di Maradona nel 1984 che quella simpatia per la squadra di calcio sostenuta dal padre, si trasformò in qualcosa di più profondo. Anche se non lo ha mai visto giocare dal vivo nel catino di Fuorigrotta. La sua prima partita al San Paolo, infatti, fu contro l’Inter (1-1, goal di Matthaeus e pareggio di Careca) subito dopo la squalifica del Pibe de Oro per le vicende legate alla cocaina, nel marzo del 1991.
«Non ho scelto io. La mia famiglia è campana e amo Napoli».
La sua viscerale passione calcistica è perfettamente documentata anche dal cortometraggio “Why I love Napoli”, diretto da Alex Grazioli per Copa90. Un breve video di 6 minuti che lo vede protagonista con il compagno di trasferte Jamase Lavelle degli Unkle (famoso dj britannico, anche lui tifoso napoletano) di un docufilm che testimonia il solido legame tra il capoluogo partenopeo e la squadra di calcio, tra popolo e tifoseria. Un simbiosi perfetta che ricorda quella delle infuocate compagini sudamericane. Del Naja racconta le sue emozioni al San Paolo e l’amore per la città, usando solo belle parole per la gente e i tifosi, il cibo e il Vesuvio.
Perché i giocatori e i presidenti passano, ma l’amore e la passione per il Napoli restano per sempre!

Umberto Di Micco