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Nuova batosta in casa Napoli. Alla disastrosa uscita di Bergamo e alla sciagurata pausa per le nazionali che ha visto Milik rimediare un lungo stop, segue la debacle casalinga con la Roma. Una Roma organizzata, una Roma determinata, sì, ma va detto, non una Roma irresistibile. La partita, infatti, si svolge per lo più in equilibrio tra due squadre capaci di ottimo calcio e che non hanno paura di metterlo in pratica. Tra le componenti rilevanti ai fini di un’analisi spicca la sostanziale assenza, tra gli azzurri, di un numero 9.
Che Gabbiadini non sia un centravanti puro è ormai cosa assodata e quanto mai determinante. Nel confronto con l’esperienza e la capacità difensiva dei centrali romanisti, mai tanto diligenti quest’anno come nella sfida del San Paolo, il 23 partenopeo si trova spesso in difficoltà e in difetto di cattiveria agonistica. Questa che doveva essere la partita del suo riscatto lo vede, infatti, lontano da una prestazione sufficiente e termina, per lui, con largo anticipo. Gli si preferisce, infatti, la verve di Mertens, bravo a restituire effervescenza a un attacco scialbo, ma lecitamente inesperto e non troppo determinante in quella zona di campo. Dall’altro lato, invece, Dzeko ricorda di essere un buon centravanti ed è bravo a sfruttare due disattenzioni della retroguardia di Sarri. Sì, perché il calcio, si sa, vive di episodi e quando sei tu stesso a darti la zappa sui piedi, tocca prendersi le proprie responsabilità. E devono farlo, ad esempio, Koulibaly ed Allan in occasione del primo gol. Il primo per eccesso di confidenza ed errore di valutazione imperdonabile nello sfidare un minaccioso Salah, il secondo per mancanza di collaborazione nei confronti del compagno che aveva deciso di complicarsi la vita. Deve farlo Sarri e l’intera squadra, vista e considerata la distratta organizzazione sulla punizione di Florenzi, da cui scaturisce il secondo gol del 9 giallorosso. Frutto del caso, o quanto meno propiziato dal suddetto, appare anche l’assist di De Rossi per il definitivo 1-3 di Salah. Episodi o non episodi, è acclarato da sempre ed in ogni ambito che la fortuna aiuta gli audaci. Audacia che è sembrata venire a mancare responsabilmente tra i partenopei, surclassati, in questo aspetto, da una Roma decisa. Quando le abilità tecniche sono collocabili sullo stesso piano e l’organizzazione tattica di entrambe le compagini è a un livello alto, la differenza la fa la tenuta mentale. Risulta evidente, da questa partita come da altre del Napoli, che da questo punto di vista gli azzurri devono crescere, forse anche più di un po’. Unica nota positiva per gli uomini di Sarri è aver ceduto, dal punto di vista mediatico, l’etichetta di anti-Juve, che non ha mai portato nulla di buono alla serenità mentale del gruppo, arrivando spesso ad esercitare una pressione non irrilevante. Pressione che, forse, ora andrà ad allentarsi, aprendo alla tranquillità. Componente, quest’ultima, fondamentale per vedere il Napoli tornare alla qualità e soprattutto alla grinta, che ultimamente latita, che hanno reso la squadra oggetto di elogi in tutta Europa.