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Non era una vittoria scontata. O meglio, non lo sarebbe stata qualche tempo fa. Effettivamente, la vicinanza di un impegno come quello che attende gli azzurri e che per molti sarà l’esordio in una fase finale della Champions League, non può che essere per un calciatore un dettaglio non da poco. C’è sempre il rischio di proiettarsi alla sfida che emotivamente ha un peso maggiore, senza imporre la necessaria attenzione alla partita nella circostanza meno sentita. Ma fondamentale. Fondamentale perché se non si ottiene la posta più alta e quindi i tre punti, si parte per Madrid con un entusiasmo minato dal rimpianto. E quindi, come poi è accaduto, meglio mettere per 90 minuti da parte la trasferta dell’anno. Ci è riuscito il Napoli, con grande efficacia.
La sfida col Genoa è parsa all’inizio una di quelle partite ostiche, di quelle in cui ogni tanto incappano gli azzurri, quando decidono di evitare di partire a razzo e segnare due gol nei primi dieci minuti. Nel primo tempo i partenopei ci sono, ma senza troppa determinazione. La mentalità cambia nella ripresa, quando la squadra si rende conto che c’è bisogno di andare a mettere le mani sulla partita. E lì si accende Mertens, che creando scompiglio nell’area rossoblu rende possibile la mazzata mancina di Zielinski. Il prezioso polacco mette così ancora di più in mostra quanto è capace di fare, presentandosi , oltre al contributo di imprevedibilità e geometria in mezzo al campo, anche come un’arma in più al momento di colpire. La gioia arriva anche per Giaccherini, che ringrazia la squalifica di Callejòn per avergli propiziato una maglia da titolare, onorata con la firma. Solo quella formale, però, poiché idealmente il gol andrebbe assegnato al sempre frizzante Mertens, superbo nell’incartare per il numero 4 il primo gol in Serie A con la maglia del Napoli.
La pratica Genoa viene quindi archiviata senza apprensioni e con il dato non poco rilevante della porta inviolata. Interrompere l’abitudine a prendere gol nella partita che precede quella del Bernabeu può solo far sperare in un trend che se proprio non può annullare quanto meno limiti quello che è il potenziale offensivo dei Blancos. La certezza di affrontare quest’impegno in un buono stato di salute e in un periodo buono in tema risultati può solo essere di aiuto nel caricare ulteriormente di motivazioni una partita che già di per sè ne ha da vendere. Il count down è agli sgoccioli. Siamo vicini a capire quanto davvero può questa squadra mettere mano alle proprie armi per tenere testa a una scuderia di cavalli di razza , come può essere il Real Madrid.