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La rabbia di chi comincia a sorridere, sarcastico, dinnanzi a delle ingiustizie palesi e reiterate. La paura di chi sente di essere inciampato più di quanto ci si aspettasse e di un fallimento immeritato.

Il silenzio della società rimbomba forte ma, nelle stanze del potere, le orecchie si sono già assuefatte. Il silenzio si trasforma da rumore ad abitudine e passa più inosservato di un caffè a prima mattina. L’abitudine sa essere così meccanica.

La rabbia si deve urlare, la paura si deve combattere. Questa squadra ha fatto un campionato stratosferico e non si deve cadere, per nessun motivo, nell’errore di credere che sia stato solo un caso. Un allenatore che mette sul terreno di gioco il miglior calcio mai visto in ogni maledetta partita, non è un caso. Un attaccante che segna come mai nessuno è riuscito a segnare, non è un caso è certezza. Una difesa che ritrova forza e automatismi è ancora certezza.

Bisogna portare più rispetto a chi ha faticato per diventare certezza.

Il Napoli non ha fallito. Il secondo posto non è un fallimento e bisogna difenderlo fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata. Il Napoli merita il secondo posto, un po’ come un film a cui ti sei appassionato e che merita il lieto fine.

Non bisogna a ver paura del fallimento. Vincere i pregiudizi (e quanti ne hanno abbattuti e quanti ancora ne stanno combattendo) non è MAI un fallimento.

Domani la possibilità del riscatto, lunedì lo scontro diretto con la Roma. Rialzati Napoli perché hai avuto gambe fin troppo solide per finire in ginocchio.

 

“MALEDETTO IL VENTRE CHE DEL PAN CHE MANGIA NON SI RICORDA PIU’ NIENTE”

 

( foto: http://www.panorama.it/ )