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I terzini sinistri sono importanti. Solo un sinistro può capirlo. Quando ero piccolo sbagliavo tutto. Sono sinistro. Non potete capire. Quel dolore quando infili le forbici per tagliare, quell’imbarazzo quando dai la mano, quando dai un bacio per salutare sulla guancia e rischi di limonare con amici.

Non potete capire.

“Il sinistro è geniale, vede le cose al contrario, ma le vede prima.” Diceva il mio professore di fisiologia.

Perfino la carta igienica è alla destra del water. Non è giusto. Il mondo è studiato per correggerti. All’asilo ci provarono. Mano legata dietro e orrende scritte con la destra. Mangiare poi. Scrivevo al contrario. Da destra a sinistra. Speculare. Un mezzo arabo. Ma nel campo no. Il sinistro nel campo di gioco ha diritto di prepotenza; quando ci stanno le punizioni a destra di chi guarda la porta.

E che sinistro tenevo. Un fucile. Nelle punizioni ero portentoso. Avevo due amici di gioco a calcio. Gaucho e Gianni Gargiulo. Portieri. Facevamo filone e andavamo sui campi a giocare. Loro a porta (loro facevano la metà dei miei filoni, perché necessitavo di un solo portiere), e io tiravo sassate.

Per ore.

Ne ho visti di sinistri terzini:

Antonio Carannante – Tecnico
Giovanni Francini – Intelligente
Francesco Colonnese – Rigori importanti
Alessandro Bocchetti – Promessa
Roberto Policano – Una bomba
Massimo Tarantino – Un cross si e uno no
Enzo Gambaro – No per piacere
Vittorio Pusceddu – Nemmeno
Marek Jankulowsi – Mostruoso
Simone Bonomi – Un anno di più in c
Mirko Savini – Doppio passo a Maicon
Luigi Vitale – Eterna promessa ormai anziano
Faouzi Ghoulam – Il miglior terzino sinistro d’Europa
Mario Rui – (segue la sigla di Chi l’ha visto)

Il mio storico compagno di banco giocava. Marco Palazzo. 13 anni di scuola insieme. Ci conoscemmo che avevamo pochi mesi. I primi calci ad un pallone di suo figlio Umbertino furono successivamente di sinistro. Lui faceva il terzino. Era lento. Ma tecnico.

Non ebbe successo. Ma questo ci ha fatto crescere scrutando i terzini sinistri partenopei. E oggi passiamo notti insonni a pensare.

Trovare la soluzione in un momento drammatico come l’infortunio di Ghoulam.
188 centimetri. Forza, intelligenza, gioco aereo. Tecnica. Tiro. Tutto.

Cosa si inventerà Sarri?

Il problema sarà nelle ripartenze.

Il Napoli per anni ha costruito il suo gioco su Maggio. Esterno abile di testa. Con l’arrivo di Faouzi la storia è cambiata. Asse di sinistra cresciuto a dismisura.

Il mondo è al contrario. Solo noi sinistri possiamo capirci.

Alla fine ci pensi. Se scrivi “problemi dei sinistri” su google, le prime pagine di risposta sono incentrate sugli incidenti. Perfino google ci prende per il culo.

Il senso per svitare le cose, il verso per allacciare una scarpa, il modo di stirare, dipingere, sognare, il modo di fare le diagonali.

Chi potrebbe capirci?

Forse Rog, forse Giaccherini. Forse Hisaj adattato con Koulibaly a destra. Per diventare rocciosi.

Ma Sarri ha allenato un talento portoghese, tecnico, falloso, corto, ma di grandissimo livello.

Quindi la scelta è Mario Rui. La condizione?

Dipende dai tifosi.

Carichiamolo di applausi al suo primo tocco di palla, osanniamolo come se fosse Charlize

Theron o Anna Triste, facciamo di lui il nostro riferimento.

Perché Mario Rui è un signor giocatore.

E’ un sinistro