Ero veramente forte a pallone da piccolino; mi mettevano a fare il terzino sinistro.
Stefano Cucchi è morto di epilessia. Ematomi e lividi se li è autoprocurati. E Mildred Ratched era una brava donna. McMurphy scivolò. Milos Forman era un visionario. Qualcuno volò sul nido del cuculo ha ispirato qualche piccolo uomo nascosto da una divisa. Voi dite che c’azzecca col calcio? Ma è come funziona con gli arbitri. Improvvisamente non vedono. Malati immaginari. Ah. Quello era Moliere non Kesey.
Ero veramente forte a pallone, mi mettevano a fare l’attaccante; Dai parliamo di calcio. Il calcio è bello. Pulito. A Bergamo si corre e a Empoli ci si sposta. Il riferimento alle sfide di fine settembre 2016 è casuale. Marotta dichiara come poco consigliata la moviola in campo. Calciopoli 2.0 al sapore di “Signori-gervasoniani”, descrisse un sostanziale cambiamento nella gestione dei campionati. Non più con i Ronaldo lapidati dagli Iuliano, ma dalla gestione monodirezionale dei cartellini.
Ero veramente forte a pallone da piccolo; facevo spesso il portiere. L’esperto agronomo del campo di Bergamo, lo confonde come un campo da golf, mistifica la realtà, e dichiara che trattasi di un campo eccezionale. Inciampa come un ottantenne che vende Premium dopo averla plurindebitata. Milan e Inter diventano cinesi. Poste Italiane è comprata dai cinesi perché non ha lettere erre all’interno. Il Napoli si arricchisce ogni minuto, grazie ad un presidente che non sarà mai amato a Napoli. Che va a investire in Cina. Aurelio gestisce un’azienda che funziona, che è in attivo, che ha costruito per sfiorare matematicamente la vittoria, senza vincere mai. Ci hanno tolto quattro punti. E qualche rigore. La stampa li nasconde. Il calcio non ha memoria. Basta una rete e ti scordi pure delle magie di Milik. Poi arriva la nazionale e nessuno pensa alla penalizzazione Juve mai data e ai pallavolisti che giocano contro il Napoli. E che nazionale. Ero veramente forte a pallone da piccolo. E infatti oggi non mi chiamano manco per la partita over sessanta. Questa prima parte di campionato ha già dato la sua sentenza.
“Higuain deve fare quaranta reti, a costo di farsi passare il pallone dai difensori…”
“Il Napoli non deve sfiorare il primo posto…”
“Gabbiadini non sa cos’è pagare inps ed enasarco eppure non si fa una caspita di risata…”
Un giovane canta Margherita in funicolare. Piove. Venticinqueanni. Massimo ventisei. Diluvia. Attendo che smetta. Due ragazzini giocano lo stesso. Io sono fermo. Perché si cambia? Gli do due euro. Stona. Ma chi se ne fotte. Io tengo solo i calli e non so suonare. Da stamane ne ho sentite di tutti i colori. Il mio mondo del marketing partenopeo è meraviglioso.
“Tengo un parente che fa sti fatti”.
“Tengo il figlio del salumiere che mi fa il sito”.
“Tengo una parente bona che le regalo un paio di buoni da Zara e si fa le foto fashion ngopp a instagram”.
“Ho appena aperto aggia verè nu poc comm va ngopp a zona”.
Meglio pensare al calcio. Per uno come me che vende consulenze di marketing è dura la realtà partenopea. Però questo mi avvicina a De Laurentiis. Investe. Chi non lo fa chiude, fallisce. Fa la fine di Premium. Una pay pietosa dannatamente in rosso. Ero veramente forte a pallone. A sensible soccer. Sull’Amiga.
Che ne dovete capire voi.
Ricordate. Higuain è la uallera di Milik. Lo diceva Pesaola.
Domenico Serra