Giusto il tempo di somatizzare la sconfitta ed eccomi qui, pronto a commentare una serata quasi perfetta, che nostro malgrado si è conclusa con una sconfitta. Com’è greve e pesante il termine sconfitta!
Eppure è solo analizzando, metabolizzando e superando costruttivamente una sconfitta che si matura.
Ci vuole intelligenza, perspicacia, disponibilità al sacrificio ed entusiasmo, per far si che una sconfitta ti faccia crescere piuttosto che abbatterti. Martedì sera il popolo del San Paolo l’ha dimostrato e l’ha rimarcato con uno splendido applauso e con una sciarpata da brividi a fine gara. Come a dire, noi ci siamo, abbiamo apprezzato e vi sosteniamo. Siamo un tutt’uno e insieme potremo fare grandi cose.
Sembrava uno sliding doors. Chi ha avuto la fortuna di vedere anche la partita di 30 anni fa, potrà testimoniarlo.
Stesse emozioni, stesso dominio e mio malgrado stesso risultato. Noi che usciamo tra gli applausi e loro che passano il turno tra mille sofferenze.
Quella sconfitta, però servì a crescere, a consolidare il gruppo e fu propedeutica all’unico trionfo europeo, la coppa Uefa, che la gloriosa storia di questa società ricordi.
Ora tocca al Presidente, dimostrare che questa squadra e questa società sono in grado di svilupparsi e di affermarsi.
Le basi sono ottime. Il pubblico è pronto e la squadra rappresenta un ottimo punto di partenza. Si deve crescere però.
Si devono fare investimenti in strutture. In primis, penso allo stadio (il Comune sta facendo la sua parte, ora tocca ad ADL) al settore giovanile, che sotto la mano sapiente di Giuntoli e Grava sta crescendo e penso alla politica! Si avete capito bene: la Politica. Al giorno d’oggi sembra una brutta parola, ma in fin dei conti non lo è.
Mi spiego meglio. Il buon Ferlaino, giusto 30 anni fa per ritornare in tema, ci dimostrò come si fa a vincere nel campionato italiano. Lasciò agli altri le chiacchiere da bar ed entrò in pianta stabile nelle istituzioni calcistiche. Non reclamò il posto di Presidente di lega, si accontentò di quello di Vice-Presidente operativo. Una sorta di Cardinal Voiello di Sorrentiniana memoria. Da quel momento fummo rispettati e protagonisti di un lustro vincente in Italia e non. Quello che successe dopo, ce lo ricordiamo tutti. Serva da monito per il futuro, ma direi che al momento non corriamo nessun rischio in tal senso.
Forse, lo striscione comparso in Curva B martedì sera, che titolava: Ferlaino torna, voleva sottolineare proprio questo o forse no. Io rimango un sognatore e mi piace intepretarlo in questo modo, ma resta il fatto che c’è una città, un allenatore e una squadra pronta a volare. Dipende solo da noi. Caro Presidente, forse è finito il tempo di lottare come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Ora è il momento di vincere e per farlo serve trasformarsi in Voiello. in fondo in fondo è anche simpatico e tifa Napoli. Basta poco, che ce vo!
Di Salvatore De Cristofaro