
Vincerle tutte era impensabile, che l’Inter fosse sopravvalutata, invece, era fin troppo chiaro.
I nerazzurri arrivano al San Paolo e, già da ora di pranzo trattandosi di zona normalmente affollata, si piazzano davanti la porta di Handanovic. Meglio anticiparsi per essere sicuri, in questi casi, la prudenza non è mai troppa. C’è chi, a fine gara, ha provato a portare la squadra interista fuori dal campo, ha provato a spiegare loro che non sarebbe successo più nulla, che ormai essendo notte fonda potevano schiodarsi dalla loro area di rigore ma…niente da fare. Hanno detto che si sono trovati talmente bene con questa tattica, che non riuscivano più ad uscire.
In novanta minuti Icardi ha dimenticato che forma avesse un comune pallone di calcio, Perisic ha preferito intrattenersi con l’uncinetto e Borja Valero (dopo quell’improvviso ed isolato istante di finta gloria) ha preferito abbandonare il campo.
Il resto è storia di una serata sfortunata, di un cinismo lasciato negli spogliatoi e di un accanimento oltremodo inconcepibile sulla fascia sbagliata. L’asse Hamsik-Ghoulam-Insigne tutto riusciva a creare tranne grattacapi alla difesa interista mentre, dall’altro lato, Callejon ed Hysaj s’intrattenevano con giochi di carte e vendita di noccioline pur di ingannare il tempo.
Ad ogni modo, va ricordato, questo Napoli veniva dalla vittoria di Roma e dall’eccezionale prestazione di Manchester ed ha mostrato, ancora una volta, dominio in lungo e in largo.
Il campionato è appena iniziato ma questo Napoli ha le idee fin troppo chiare e, a quanto pare, anche i suoi avversari.
“CHI TENE ‘A COSCIENZA NETTA, PO’ GHI’ A FRONTE SCUPERTA”.