La sesta giornata di serie A disegna una nuova classifica per il campionato italiano. Classifica che presenta un dettaglio non nuovo. Nella zona alta, infatti, le due protagoniste della stagione scorsa si affermano e staccano le altre contendenti. Juventus e Napoli iniziano a dare i primi segni concreti di quella differenza che intercorre tra loro e le restanti squadre e che le rende le più quotate per la vittoria finale. Ovviamente, come prima dell’inizio del torneo, le probabilità di vedere assegnato ai bianconeri il sesto Scudetto di fila superano e di gran lunga quelle di rivedere il trofeo alle pendici del Vesuvio.
È necessariamente così, in virtù della qualità e del valore che risiedono dietro ai nomi che compongono la rosa della Vecchia Signora. Quel che non appare scontato è la variabile che va sotto il nome di “bel gioco”. Nella partita che ha visto la Juventus vincere per 1-0 sul campo del Palermo, il bel gioco non ha certo fatto da protagonista. La partita è stata vinta grazie ad un episodio e certamente i campioni d’Italia non hanno reso secondo le potenzialità. Tutt’altro discorso, invece, per gli azzurri. La partita casalinga e vinta contro il Chievoverona per 2-0 ha dimostrato quella solita personalità e identità di gioco che ha caratterizzato e caratterizza il Napoli di Sarri. Il totale controllo della gara, la capacità di colpire l’avversario in diversi modi, l’apparente semplicità con cui si riescono a gestire le situazioni scomode fanno del Napoli una squadra già quasi matura. E considerando gli ampi margini di crescita dati dall’inserimento ad alti livelli di quelli che sono i nuovi innesti, non sembra una qualificazione da poco. Certo, non sono stati i fuochi d’artificio che la squadra ha mostrato più volte di saper esprimere, ma la gestione delle risorse è un altro elemento che assumerà durante tutta la stagione una rilevanza importante. Importante, come la serenità e il morale alto che devono necessariamente fare da cornice e da motore nello sviluppo delle tre competizioni. Ecco perché il gol di Gabbiadini, oltre ad essere funzionale per mettere il match sui binari giusti, risulta fondamentale. Sì, perché per uno come lui, vissuto all’ombra di Higuaìn e trovatosi subito a fare i conti con l’esplosività di Milik, ripagare la fiducia del mister equivale ad accrescere la fiducia in se stesso e a provare a riaccendere un entusiasmo affievolito.
La competizione tra le due punte, se accettata e concepita nella maniera giusta da entrambi, può esclusivamente andare a vantaggio della squadra. Nel frattempo, la squadra gira e gioca ottimamente, ma questa non è una novità. È una novità che non lo faccia la Juventus. Il punto è che pur non esprimendo il suo calcio e le sue capacità, le zebre riescono sempre –o quasi- a ottenere il risultato. Se ciò accade al Napoli, invece, come è accaduto nel turno infrasettimanale a Marassi, emergono maggiori difficoltà nell’imporsi. La differenza tecnica tra le due squadre è importante, ma dal punto di vista tattico non c’è nessun divario e, anzi, se c’è è a favore dei partenopei. Sembrerebbe tutto scritto dall’inizio, ma il campionato è lungo. Basta guardare alla recente storia del calcio inglese per ricordarsi che il pallone è rotondo, che il lavoro e la determinazione ti portano a risultati insperati in contesti quasi impossibili, che nel calcio vince chi lotta fino all’ultimo.
Marco Breglio