La notte magica di Champions League con il San Paolo come teatro può essere riassunta in questi temi. La voglia di sognare e vivere con la squadra l’esperienza europea non lascia ampio margine alle polemiche relative ai prezzi troppo alti imposti da De Laurentiis. Lo stadio, infatti, pur non essendo stracolmo si presenta comunque in grande forma. D’altronde è noto che il tifoso napoletano in quella cornice riesce a trasmettere il massimo dell’entusiasmo. Accade dunque che il pubblico presente non dia adito di rimpiangere la parte assente, alimentando la determinazione degli azzurri, che dominano da subito. Come spesso accade quando c’è il Napoli in campo, il pallino del gioco è in mano ai partenopei, costretti, però, a vivere un paio di brividi ad inizio match, rimasti brividi grazie al provvidenziale lavoro di Hysaj prima e Reina poi.
Per il resto, la consapevolezza e gli automatismi mostrano una squadra sempre più sicura di se stessa e conscia di cosa fare. I continui movimenti e le molteplici soluzioni di passaggio che il gruppo offre costantemente al portatore di palla rendono il palleggio più semplice e assai gradevole in termini di spettacolo, giocandosi per lo più di prima o comunque a pochi tocchi. La gestione in tranquillità della sfera consente nel primo tempo di amministrare in scioltezza il vantaggio siglato da Hamsik. Il capitano vive uno dei suoi momenti migliori da quando veste la maglia azzurra, stante una probabile assunzione di responsabilità in seguito alla partenza di Higuaìn. Maturità tattica, prelibatezza tecnica e una costanza che mai gli è appartenuta in maniera così netta lo elevano ad elemento imprescindibile. La ripresa vede, poi, tutta l’esplosività offensiva che caratterizza l’attacco partenopeo, che riesce in pochi minuti a mettere le mani sul match portando la squadra avanti per 4-0 prima dello scoccare dell’ora di gioco. Grande merito è senza dubbio da attribuirsi a Dries Mertens. Il belga è in grande forma e mette spesso a dura prova la retroguardia portoghese con i suoi strappi, atti a far comprendere la sua voglia di far bene e di ridefinire le gerarchie che l’anno scorso lo hanno visto fungere da gregario. Tra le due segnature del folletto ex PSV si iscrive ai marcatori anche Milik, non brillantissimo durante il match, ma freddo dal dischetto nella trasformazione del rigore conquistato dal geniale Callejòn.
La gioia incontenibile di mister Sarri si mischia all’ira suscitata dalla follia di Jorginho che regala l’assist per il 4-1 e dall’erronea attuazione del fuorigioco che porta al punteggio finale di 4-2. Il perfezionismo dell’allenatore non permette queste défaillance , ma è forse un bene che questo calo si sia avvertito su un risultato acquisito, lasciando spunti di miglioramento a un Napoli che viaggia a livelli altissimi di qualità e costanza. Un Napoli che non vuole porsi limiti.