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“La squadra è stata indebolita sul più bello e poco importa di chi siano stati gli errori, i diktat e le omissioni, al tirar delle somme. Per questo a Castel Volturno la parola d’ordine è voltare subito pagina, trasformando in una motivazione in più il mancato arrivo dei rinforzi, che sarebbero stati ovviamente quanto mai preziosi per contrastare lo strapotere dell’Inter nel braccio di ferro per lo scudetto. Non si vive tuttavia di rimpianti e ora tocca agli azzurri dare il buon esempio ai loro tifosi, che domenica sera ( ore 20.45) al Maradona contro l’Udinese saranno più di 50 mila e si aspettano dalla capolista una prova d’orgoglio e attaccamento alla maglia, per non smettere di sognare fino alla fine”. Lo scrive Repubblica nell’edizione napoletana.
“Per restare aggrappati lassù c’è bisogno dell’aiuto di tutti e la chiusura del mercato ha avuto almeno un effetto collaterale positivo: ricompattando il gruppo. Gli scontenti sanno infatti che rimarranno a Napoli almeno fino al termine della stagione e d’ora in poi avranno dunque solamente una scelta: darsi da fare per scalare le gerarchie e ritagliarsi un posto al sole, nelle 15 finali che aspettano gli azzurri. I rinforzi per Conte possono spuntare in casa e sono d’esempio per le altre seconde linee gli exploit di Juan Jesus e Spinazzola, che stanno sfruttando bene le loro chance di diventare protagonisti. Finora il Napoli ha puntato quasi sempre sullo zoccolo duro dei titolarissimi, come si evince in maniera chiara pure dalle statistiche. Conte ha infatti utilizzato le cinque sostituzioni previste dal regolamento solamente in 8 partite di campionato su 23, dimostrando di dare molta importanza alle gerarchie. Significativo in questo senso anche un altro dato: gli azzurri sono ultimi in Serie A per i cambi effettuati prima del 75’: appena 32. Ma il minutaggio extra large dato dal tecnico leccese ai suoi pretoriani comincia ad avere delle ripercussioni negative, tant’è che a Roma per la prima volta nel 2025 Di Lorenzo e compagni hanno corso di meno dei loro avversari: 119 chilometri contro 120. Era invece successo il contrario nelle sfide con la Juventus ( 116 km a 112), l’Atalanta (124 a 116), il Verona (118 a 113) e soprattutto contro la Fiorentina ( 117 a 119). Differenze di rendimento marcate specie nei secondi tempi, che rischiano tuttavia di affievolirsi senza il contributo di chi ha avuto la possibilità per adesso di consumare meno energie, rimanendo spesso in panchina. Da Gilmour a Simeone, da Raspadori a Ngonge, da Billing a Okafor. Per dare fastidio all’Inter servono anche loro”.