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Il Corriere dello Sport: “L’altro tassello cruciale è quello del direttore sportivo, sul quale De Laurentiis sembra essere già molto avanti. È fondamentale che chi sia scelto per sostituire Meluso non sia solo bravo ed esperto sul mercato, ma che abbia una grande capacità di gestire la squadra e i rapporti fra spogliatoio, allenatore e società. Serve anche qui un profilo di spessore, bravo nelle “due fasi di gioco”. Del quale il presidente deve fidarsi e al quale va dato margine operativo. E poi, dulcis in fundo, il mercato. Quest’anno le scelte estive (Natan, Cajuste e Lindstrom) e quelle invernali (Mazzocchi, Dendoncker, Traore, Ngonge) non si sono rivelate determinanti. Vanno fatte delle distinzioni, ovviamente, ma su sette giocatori arrivati nessuno ha dimostrato di poter fare il titolare in questo Napoli. Ngonge è sicuramente quello che ha dato segnali più incoraggianti, Lindstrom si è visto troppo poco per poter essere bocciato, Natan non ha mai dato sicurezza, Traore non sembra meritare un investimento da 25 milioni per il riscatto. La ormai scontata partenza di Osimhen darà a De Laurentiis un enorme tesoretto dal quale ripartire (ha una clausola di 130 milioni). L’addio di Zielinski e il vuoto lasciato da Kim l’anno scorso impongono un poderoso intervento sulla spina dorsale. Un difensore, un centrocampista e un attaccante sono i primi tre colpi da mettere a segno per il rilancio. Attenzione però: non servono scommesse, ma certezze. Gli affari alla Kvara riescono una volta nella vita, i giocatori di spessore e di qualità bisogna pagarli. Spesso anche profumatamente”.