
“Loro non avranno paura e non dovremo averne neanche noi” ha detto il maestro Sarri alla squadra in preparazione della partita. Avrebbe potuto aggiungere: “In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e coi denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra vivere e morire!” Così disse il grande Al Pacino, alias Tony D’Amato in ogni maledetta domenica. Di frasi motivazionali come quelle succitate se ne possono ricordare tante. Il succo è sempre quello: lottare, sudare, credere in noi stessi! Senza farci bloccare dalla paura, senza farci influenzare dagli eventi, da uno stadio e da un clima ostile. In fondo noi non abbiamo nulla da perdere, stiamo inseguendo un obiettivo per il quale, onestamente, non siamo strutturati! Con impegno, bel gioco e entusiasmo ci siamo meritati il diritto di giocarci la partita della vita. Ora giochiamola, ma senza retro pensieri, senza snaturarci, senza angosce. Godiamocela a 360 gradi con la consapevolezza che possiamo, non dobbiamo, farcela.
Ho visto due volte il Napoli nelle ultime settimane. Sempre a San Siro. In entrambi i casi abbiamo pareggiato. In ambedue i match abbiamo provato a vincere senza riuscirci. Sono quattro punti lasciati sul campo. Quei quattro punti che rappresentano anche il gap in classifica dalla capolista. Con un po’ di fortuna avremmo potuto portare a casa due vittorie, ma forse non le avremmo pienamente meritate per le prestazioni offerte. Perché, parliamoci chiaro, ho visto gli azzurri un po’ sulle gambe. I centrocampisti non si buttano più dentro come degli invasati, creando superiorità. Gli attaccanti faticano a trovare spazi e si accentrano sempre di più, ingolfando il centro del campo e rendendo così il sempre ottimo palleggio sterile e innocuo. Siamo al termine di una stagione estenuante, partita prima ferragosto e che ora volge all’epilogo. Sarri, giusto o sbagliato che sia, ha spremuto abbastanza i suoi 15/16 titolari. D’altronde, mi domando io, cosa altro poteva fare? La rosa del Napoli non è famosa per profondità e qualità globale! In panca c’è qualche ragazzotto di belle speranze: Ounas e Rog, il secondo molto più del primo. Entrambi hanno effettivamente giocato poco. Diawara, ha offerto prove altalenanti, ma di lui ci si può fidare. Zieliski e Milik (quanto ci sei mancato!) sono dei titolari aggiunti. Pensatela come volete, ma io a Torino giocherei con Zielu al posto del capitano! Non azzarderei il 4-2-3-1 con Arek e Dires in campo, perché così ti neghi la possibilità di cambiare la partita in corso d’opera. Per lo stesso motivo non metterei Milik al posto di Mertens dall’inizio, almeno ché non garantisca i 90 minuti. Infine c’è Mario Rui, che ha sostituito egregiamente Ghoulam (quanto ci manca!) oltre a Tonelli, Maggio e Chiriches. Null’altro. Non un cambio in attacco per circa 6 mesi, ma tanto, tanto bel gioco!
Sono proprio queste le armi che dovremo usare: il cuore, la testa, la fame di chi non vince da tanto, troppo tempo!
Consapevoli che comunque vada sarà un successo. Coscienti che questi ragazzi avranno dato il massimo. A quel punto, a prescindere dall’epilogo, ci alzeremo in piedi e li applaudiremo. Come abbiamo sempre fatto. Perché a differenza di altri noi sappiamo apprezzare il bello, anzi non sappiamo farne a meno e se vinceremo lo faremo a modo nostro, con la consapevolezza che questa stagione, verrà narrata ai posteri. A prescindere dal risultato!