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“Un toscano, please: e dentro quelle nuvole di fumo c’è un orizzonte nel quale si può leggere con questa ora e mezza che sa di tanto, forse di tutto: c’è il passato che torna, Adl che corteggiava Allegri (nel 2012, nel 2020) e Mazzarri che intravide la Juventus per un po’ (sempre 2012); c’è un tempo che è stato vissuto in sfide dirette, titoli sfumati in un albergo o prima ancora nella nebbia di San Siro (2018); finali di Coppe e di Supercoppe, una geografia nuova, riscritta con il Progetto di Adl; una mutazione (quasi) genetica che ha stravolto gli equilibri o perlomeno li ha rimodellati. E comunque, sono esistenze ormai rifatte, con lifting che non hanno richiesto interventi chirurgici: Allegri è nato con il 4-3-3 (Galeoniano), l’ha mutuato per un bel po’ nel 4-3-1-2 e poi ha virato e se ne è stato nella difesa a tre, quella che Mazzarri ha ostentato con orgoglio ed ha poi accantonato dinnanzi all’offerta di De Laurentiis, incastonata in un tridente. Quel murales degli anni ’80, la Juventus-Napoli di Maradona & Platini, viene annunciata all’Allianz tra fiocchi di neve, in uno scenario romanticamente “apocalittico“, perché per entrambe sarà assolutamente vietato perdere, persino pareggiare. È la notte della verità, è una sentenza – uno scudetto che va e uno che viene – e non sarà Cassazione ma farà giurisprudenza. La legge sarà diseguale per tutti”. Corriere dello Sport