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Questo campionato è una noia. Prima di partire si sapeva già chi era il vincitore, chi andava in B (almeno 2 su 3) e le uniche emozioni le riservava la lotta Champions, almeno per il terzo e quarto posto. Perché, a discapito delle griglie iniziali, stilate dai soloni del calcio che parlano di calcio non perché intenditori, ma solo in quanto servi del potere, (Napoli quinto e fuori dalla Champions ad Agosto. Obbrobrio!) era palese che il Napoli fosse il più forte tra i comuni mortali e il campo lo sta dimostrando.

Poi ci lamentiamo del calo delle presenze allo stadio. Se manca la competitività, se manca il patos, ti poni altre priorità, ti fai due conti e allo stadio ci vai di meno. Mi sembra oggettivo.

Quindi, la domanda è lecita: A chi conviene tutto ciò? A chi fa comodo, se non a quelli che vincono o agli amanti dello status-quo?

Lo sport è brio, emozione, brividi generati dall’incertezza del risultato. Se manca tutto ciò, vengono meno i presupposti essenziali. Rimaniamo solo noi, i tifosi, gli amanti della maglia ad ogni costo, quelli che a prescindere da tutto, senza stadio non ci sanno stare, ma è troppo poco. Il calcio è uno sport popolare e se la massa viene a mancare, corre il forte rischio di diventare monotono, quasi impopolare.

La premessa, da amante annoiato, era doverosa. A chi di dovere, spetteranno le decisioni in merito, se non vorranno definitivamente rompere il giocattolo.

Torniamo a noi, tifosi dal cuore azzurro.

Negli ultimi sei mesi, abbiamo dovuto metabolizzare due addii dolorosissimi. Il nostro comandante ci ha lasciato. Onore a te, Maurizio. Spero che tu riesca a inculcare agli aridi inglesi la tua filosofia di calcio e il tuo senso della bellezza. I britannici si vantano di aver inventato il calcio. Vero. Peccato che poi non ci sappiano giocareJ

Nell’ultima settimana, il nostro capitano, il nostro simbolo, se ne è andato. Sarà strano non vedere più la sua maglia numero 17 e la sua cresta, calcare il terreno di gioco del San Paolo.

E’ partito un po’ come è arrivato. In sordina, senza clamore, lasciando nei nostri occhi la sua ultima prestazione contro la Samp, in cui ha dipinto calcio sulla tela verde del San Paolo, come solo lui sa fare. Ci verrà a salutare come si deve e si prenderà gli applausi che si merita, ma è quasi superfluo. Ha dimostrato di essere uno di noi e tanto basta. Ci mancherai Marek!

C’è da valorizzare questa stagione, ora. Quindi spazio a tante vittorie in campionato, per riaffermare di essere i primi tra gli umani e prendiamoci la Coppa Uefa! Sarò anacronistico, ma io la chiamo ancora così. E’ un grande obiettivo, un passo verso la consacrazione di una squadra che ha tutto per fare bene. Inoltre si disputerà in Europa, dove si gioca un calcio scevro dai vizi nostrani.        

Non sarà facile, ma abbiamo una grande squadra. Ragioniamo, ci sono giovani di indubbio talento quali Meret e Fabian (costati quanto il prezzo incassato da Jorginho!!), arrivati da poco si, ma già pronti e totalmente integrati nella squadra. Ruiz poi ha le stimmate del campione. Zieliski, è un altro a cui a livello di potenzialità non manca niente, se non un po’ di continuità. Poi c’è il fuoriclasse, Kalidou e il campione e neo-capitano, Insigne. Ancora: Allan, Milik, Callejon, Albiol, Ghoulam, ne vogliamo parlare? Li vogliono tutti, ci sarà un perché? Infine: CiruzzoMertens, giocatore stratosferico, ma in involuzione, la freccia Malcuit, Mario Cazzimma Rui, insomma chi più ne ha, più ne metta. Non so a voi, ma a me questa squadra piace assai!

Mercoledì ho visto PSG contro il Dortmund. Dominio parigino, senza 2 campioni. Ora mi domando e dico: i tedeschi agli ottavi e noi in EL? Che senso avrebbe, se non per vincerla?

Adelantecompaneros, vamos a ganar!

Salvatore de Cristofaro