La stagione agonistica è iniziata assai bene per la SSC Napoli. 5 partite ufficiali, altrettante vittorie, accesso ai gironi di Champions League conquistato e primo posto in classifica in coabitazione con la solita Juve e con la nuova Inter spallettiana.
Dando un’occhiata alle statistiche, l’attacco funziona a meraviglia: 13 gol segnati, ma questa non è una novità.
Le liete novelle provengono dalla fase difensiva. Soli 2 gol subiti in 5 partite! Per ben 3 volte il buon Reina ha conservato la porta inviolata.
E’ questo il salto di qualità che ci si aspettava. E’ questo il punto su cui hanno lavorato quest’estate e fino ad ora i numeri gli stanno dando ragione.
Lo scorso anno la banda sarriana ha segnato 94 gol (l’attacco più prolifico della serie A) e ne ha incassati 39 (terza difesa del campionato e 12 gol in più della Juve). Se quest’anno riusciremo a subire entro i 30 gol, a mio parere ne vedremo delle belle!
Più dei numeri, mi corroborano le sensazioni. Sembra che il Napoli abbia finalmente cacciato fuori la proverbiale cazzimma!
I ragazzi sono più convinti della loro forza e hanno imparato a soffrire. Le partite con Atalanta e Bologna, da questo punto di vista, sono emblematiche.
Gli azzurri non hanno dominato come al solito, hanno tenuto quando erano in difficoltà e hanno affondato il colpo al momento opportuno per poi dilagare nel finale. Sembra una squadra più pratica e meno innamorata di se stessa.
Cinismo e attenzione, oltre alla consueta grande bellezza. E’ questa la ricetta vincente.
Il maestro Sarri, dovrà essere bravo a tenere la barra dritta. Dovrà placare i facili entusiasmi e inculcare mentalità vincente ai ragazzi. Da quel punto di vista la conferma di un leader come Reina, protagonista di almeno 2 grandi parate contro il Bologna, è fondamentale.
Si, proprio Reina, da molti criticato lo scorso anno e protagonista del fine mercato si rivelerà una delle conferme più importanti. Personalità, carisma e esperienza non si comprano sul mercato e di queste doti il buon Pepe abbonda.
Mi è rimasta impressa una scena nella partita contro il Bologna. Chiriches che s’infortuna, Albiol che non si sa se debba entrare o meno e Napoli in 10. A quel punto il 35enne Pepe, gestisce l’incertezza, tergiversando con la palla tra i piedi per un minuto abbondante per poi buttare volontariamente la palla fuori al fine di favorire un cambio oramai pronto. Morale della favola, rischi zero e leadership confermata.
Sarà anche giusto pensare al futuro e a un suo cambio, ma al momento il portierone è imprescindibile per la buona riuscita della stagione del Napoli.
Proprio le conferme in serie e non gli acquisti sono state le protagoniste del mercato del Napoli.
Leggendo con attenzione l’inchiesta della Gazzetta sul monte ingaggi delle squadre di A, ho posto attenzione a un paio di fattori.
In primis il Napoli ha il quarto monte ingaggi lordo complessivo, 81mln (prima ci sono: Juve 164; Milan 117 e Roma 91. Subito dopo l’Inter con 82, poi un abisso con la Lazio a 62, prima del Toro a 45).
Da notare però che gli azzurri hanno spalmato quasi equamente gli emolumenti tra i suoi titolari, basti pensare che il più pagato è Insigne con 3,6 netti, poi Dries e il Capitano a 3,5; Callejon a 3; Milik a 2,5; Albiol 2,1; Reina 2; Koulibaly 2; Jorginho 1,6; Allan 1,4; Zieliski 1,1.
Ghoulam guadagna 0,8 mln, ma sta rinnovando. Diawara, 0,75; Hysaj 0,7. Per entrambi mi sembra necessario un adeguamento!
Sintomo di una squadra in cui, volutamente, non ci sono prime donne ma tanti protagonisti ugualmente importanti.
Le altre compagini di alta quota non adoperano lo stesso approccio. Cito ad esempio la Juve che paga Higuain 7,5 e Dybala 7 più del doppio della media squadra o il Milan che registra uno stacco importante tra l’ingaggio di Bonucci 7,5 e Donnarumma 6 nei confronti dei restanti titolari. Infine Inter (Icardi 4,5 e Miranda 3) e Roma (Dzeko 4,5 e Nainggolan 4,2) mostrano una sperequazione meno evidenziata tra i top-player e gli altri titolari, ma un equilibrio come quello degli azzurri è difficile da rilevare in giro per l’Italia.
Perché, vi chiederete voi mi sto così prolungando sulla questione del monte ingaggi del Napoli e non?
Perché a mio parere non si può prescindere da questi dati per analizzare correttamente il mercato o il non-mercato, come sottolineano in tanti, del Napoli.
Quest’anno si è puntato a preservare lo status-quo, puntando a consolidare la squadra e cercandone la consacrazione.
Certo si poteva investire in giovani promesse, già pronti a dare il cambio ai titolari, ma non è stato fatto, con l’unica eccezione di Ounas. A tal riguardo aspetto di vederlo in campo in gare ufficiali. nelle amichevoli ha impressionato la sua facilità di dribbling e la capacità di vedere la porta.
Voglio sperare che i soldi non investiti sul mercato dal Napoli, a occhio e croce una trentina di milioni, non vadano a rimpolpare il già solido capitale sociale, ma vengano investiti a Gennaio in un paio di colpi prospettici (come fatto l’anno scorso a centrocampo) nei ruoli che necessitano. Portiere, laterale destro, esterno alto.
Nel frattempo, godiamoci questa stagione e blindiamo il contratto di Mr. Sarri, vero condottiero di questa meravigliosa macchina da gol che è il Napoli, aumentandogli l’ingaggio (oggi con 1,4milioni di euro lordi all’anno è il settimo allenatore più pagato d’Italia) e cancellando di conseguenza la sua pericolosissima clausola rescissoria.
Salvatore de Cristofaro