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Va bene che si parli di priorità, va bene anche che si riponga tutta la fiducia in un campionato (fin qui) dominato sia a livello di gioco che di risultati. Ma siamo sicuri che basti? E’ giusto mettere in secondo piano tutte le altre competizioni?

E se poi a maggio le mani restano vuote cosa ne sarà di questa stagione? Doveva essere quella della consacrazione, il cosiddetto anno buono, il crocevia tra la grandezza ed i rimpianti.

Questo Napoli gioca un calcio che fa invidia a tutti, è primo in classifica ma….è fuori dalle coppe. Va bene la Champion che toglieva energie ed offriva poche possibilità in questa stagione dalle prospettive definite, ma la coppa Italia? Possibile che una squadra prima in classifica si faccia eliminare dall’Atalanta ai quarti di finale in una partita secca al San Paolo? No, non è possibile.

Non è possibile che una squadra di questo spessore non sia in grado di mandare avanti almeno due competizioni contemporaneamente. E’ un’offesa all’intelligenza sportiva. Gasperini, a fine partita, ha detto che loro hanno imparato a gestire i molteplici impegni, gli azzurri, a quanto pare, stanno imparando ad eliminarli i molteplici impegni così da risolvere il problema alla radice. L’Atalanta ha meritato il passaggio del turno, è scesa in campo con autorità e cattiveria seppur rimaneggiata nell’organico. Il Napoli, anch’esso rimaneggiato, è rimasto negli spogliatoi o a qualche cenone tra Posillipo e Marechiaro, fatto sta che è apparso confusionario e distratto. Mai cinico, mai cattivo, mai aggressivo. Ieri il Napoli non doveva essere bello, doveva essere concreto. Non ha voluto o non ha saputo esserlo. D’ora in avanti guai a sbagliare ancora, resta solo il campionato, con tutto il suo peso specifico, che lievita sempre di più ogni volta che un altro (possibile) obiettivo viene gettato all’aria.

 

“UNA PE’ BEVERE E N’ATA PE’ SCIACQUA’”.